Come ogni anno, anche alla fine di questo prendiamo la nostra palla di cristallo e cerchiamo di capire come si muoverà il franchising nel 2025. Anche perché qualcuno lo sta già facendo e ho già letto e sentito roba da far accapponare la pelle.

Eh sì, perché se vi fate un giro per il web, se ne inizia a parlare: tutti dicono che il franchising è una grande opportunità, che è in forte crescita, che resta una delle migliori occasioni sul mercato per molti imprenditori e tante altre markettate vendi-servizi.

Peccato però che ste cose facciano solo male al settore. Continuare a dire che è tutto bello, splendido e meraviglioso… alla fine, chi ti crede? (…E invece qualcuno ci crede pure).

Come sarà il franchising nel 2025?

Fatturato in aumento? Sicuro. Crescita generale del numero dei negozi affiliati? Ci può stare. L’unico valore altalenante negli anni è l’aumento o la riduzione delle insegne in franchising, ma di fatto siamo sempre su numeri prossimi allo zero. Questo vuol dire che il turnover è bello attivo.

Direte voi: se è tutto così rosa e fiori, perché non possiamo esultare? Beh, perché la visione idilliaca regge solo se siamo miopi, ossia se guardiamo solo il nostro orticello italiano. Ma se allarghiamo lo sguardo e cerchiamo di avere una visione più ampia… beh, le cose cambiano.

Il confronto con il resto d’Europa

Come da rapporto Assofranchising, il 2023 ha registrato un giro d’affari che sfiora i 34 miliardi, sempre in solida e costante crescita rispetto agli anni precedenti. Ma come siamo messi rispetto all’Europa?

Per quanto riguarda i fatturati, rispetto alla Spagna non siamo messi malissimo: il loro giro d’affari è stato di 27 miliardi e mezzo. Ma guardando la Francia, ci rendiamo conto che abbiamo ancora molta strada da fare: lì il franchising sfiora i 69 miliardi di fatturato.

Al di là dei numeri, tralasciando che siamo il Paese con meno insegne attive tra quelli citati, c’è un problema di fondo: in Italia manca una sociostruttura a sostegno del sistema.

Il problema delle sociostrutture mancanti

In Spagna e Francia, così come in buona parte dell’Europa, chi sviluppa un franchising ha strumenti e supporti. I portali funzionano davvero, gli eventi sono un reale sostegno allo sviluppo e c’è una cultura diffusa per cui il franchising non è visto come una forma di risparmio, ma come un acceleratore d’impresa.

In Italia, invece, i portali quasi non esistono, gli eventi sono scarsi e mancano strumenti per una lead generation efficace. Inoltre, Invitalia, l’ente incaricato di gestire bandi e sovvenzioni, esclude categoricamente ogni progetto in affiliazione.

Conclusione: Franchising in crescita, ma con limiti

Il franchising nel 2025 continuerà a crescere, ma non grazie alla bontà del sistema. Crescerà nonostante la totale assenza di una sociostruttura seria e di supporto.

Questo, però, non toglie che il franchising rimanga un mercato interessante per l’impresa. Tuttavia, è fondamentale capire le cause e i retroscena del suo andamento per non alimentare il ronzio di markettari che ancora non hanno capito come gira la giostra.