Ultimamente mi trovo spesso a chiarire a più di qualche cliente la giusta modalità di affrontare lo sviluppo di una rete. Solo un paio di settimane fa parlavo in un video proprio dell’importanza della leadership nella gestione degli affiliati.
Ultimamente poi mi sto trovando a dover confutare una nuova moda, un’interpretazione secondo cui “la rete è come una grande famiglia” e come tale va trattata.
Bene, io non so da dove esca questa idea, forse dal tentativo di stare lontani dall’eccesso opposto, ossia da una gestione disinteressata, ma, anche in questo caso e come per ogni eccesso, non c’è niente di più sbagliato.
Ora, per quanto sia nobile il tentativo di abbracciare un modo più umano di assistere gli affiliati, è impensabile immaginare una rete che funzioni come la famiglia del Mulino Bianco, in cui tutti in maniera idilliaca seguono Casa Madre meticolosamente ed in ogni aspetto, andando a contribuire con tutte le proprie forze al bene comune della rete ed in tutto questo, magari Casa Madre si sacrifica e si immola per il bene supremo del gruppo e dei propri affiliati, ed ovviamente tutto questo in maniera del tutto disinteressata e gratuita. Utopia.
Il franchising è business, è per definizione un partnership tra due imprenditori indipendenti. E come tali è più che plausibile che ognuna delle parti persegua un solo ed unico interesse: il proprio.
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