Il recente bando attuato dal Presidente USA Donald Trump sull’immigrazione nei confronti di 7 Stati mussulmani ha scatenato non poche polemiche. Il blocco immediato e imperativo rivolto ai cittadini di Iraq, Iran, Yemen, Libia, Sudan, Somalia e Siria ha creato tra l’altro non pochi disagi a Compagnie, Società, ma soprattutto a famiglie e privati cittadini che hanno iniziato a protestare in ogni forma e modo possibile.
Quello che non ci si aspettava, tuttavia, è stata l’imponente risposta che alcuni dei maggiori Brand mondiali hanno inviato alla Casa Bianca attuando delle politiche di grande impatto e risonanza.
Tra le azioni più eclatanti, spicca quella di Google che, insieme a tutti i propri dipendenti, ha stanziato un fondo di 4 milioni di dollari che devolverà ad associazioni come American Civil Liberties Union (Aclu), Immigrant Legal Resource Center, International Rescue Committee e UNHCR per sostenere il loro lavoro a supporto a migranti e rifugiati.
Si è esposta poi anche AirBnB, annunciando che metterà a disposizione gratuitamente alcuni alloggi per supportare ed aiutare chi è rimasto bloccato dal provvedimento presidenziale.
Uno dei segnali di maggior risalto è stato sicuramente quello lanciato da Howard Schultz, fondatore della catena statunitense Starbucks, che si è esposto in prima persona con una lettera indirizzata ai propri dipendenti nella quale promette:
“Noi non rimarremo a guardare, non rimarremo in silenzio mentre l’incertezza sulle iniziative della nuova amministrazione cresce ogni giorno che passa […] Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni Unite e noi stiamo definendo piani per assumerne 10.000 nei prossimi cinque anni nei 75 paesi del mondo dove è presente Starbucks”.
Foto: Hao Xing | Flikr
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