Quante volte vi siete trovati a buttare giù su carta un’idea che credevate potesse rivoluzionare il mondo per poi accantonare il progetto a prendere polvere?
Questo avviene perché molto spesso i Business Plan vengono scritti con logica e cervello. Sicuramente, questi due fattori sono imprescindibili per realizzare un progetto posato ed equilibrato. Il problema è che finiscono sempre per sopprimere il fattore emozionale, quella scintilla iniziale che mette in moto tutto il processo creativo, il fattore cuore.
Ovviamente, qualunque professionista o accademico che si rispetti vi dirà che un Business Plan, per essere credibile, deve avere determinate caratteristiche razionali concentrate sui rischi, costi, analisi e tanti altri numeri. Questo non è del tutto errato, ma è tremendamente pericoloso per la fattibilità del progetto!
Michael E. Gerber, grande imprenditore ed autore di The E-Myth Revisited, edito dal New York Times (@MichaelEGerber), consiglia di realizzare quella che lui stesso definisce una “Stanza dei Sogni”, un posto dove sviluppare tutto ciò che viene prima del Business Plan, dove lasciare libera l’immaginazione e l’entusiasmo non preoccupandosi (almeno per ora) dei numeri ma rispondendo a domande come Perché vuoi realizzare questo progetto?, Quale sarà il tuo beneficio? Che impatto avrà nel mondo?
Come Gerber stesso dice: “La reale differenza tra un Business Plan che funziona sempre ed i tradizionali Business Plan è ciò che tu pensi e senti verso il tuo progetto. E’ la tua attitudine ed il tuo approccio al progetto che farà davvero la differenza”.
(foto: Camille Rose | Flickr)
Scrivi un commento